Aldo Cottonaro presenta Biagio Schembari

Aldo Cottonaro presenta Biagio Schembari 

  Quella di Biagio Schembari è un’arte affermativa, pesantemente affermativa: c’è in essa il recupero della tradizione e insieme tanto Novecento con i colori di Fiume e di Guttuso: un meridione europeo che sa di Spagna e di Sicilia, di civiltà mediterranea antica e moderna, in cui si vede bene ciò che non si vede: non c’è Elio, il Sole, ma ce n’è la luce, quella meridiana della resurrezione e quella in conflitto con le ombre di un tramonto che non tramonta mai.


     Perciò di questa abbiamo detto che è un’arte affermativa, consolidante: donne e uomini corpulenti, sferici, omologhi al paese irreale in cui vivono e che si propone come storia narrata da una prospettiva che elimina il tempo in un eterno presente.

        Se quella di Guttuso e di Fiume, nel dopoguerra della ricostruzione fino al cosiddetto boom economico, è un’arte con forti implicazioni politiche, quella di B. Schembari trascende questo piano e trova il legame all’indietro, la re-ligio, la religione: per cui l’immagine pittorica, nella sua corposa corrusca fiammeggiante irrealtà, accende il mistero, gli toglie l’alone di mito e di leggenda, e lo realizza in un rito mistico che vibra di emozione e devozione: l’essere è, è qui, in questi volumi a quattro dimensioni sovrapposte in verticale, e perciò sospeso tra alto e basso, luce e buio; tra i termini estremi della nascita e della morte, sì, ma per ora c’è, ed è vivo e si emoziona e la luce meridiana sovrasta le ombre e il tramonto non tramonta.

Prof. Aldo Cottonaro
Boscorotondo  22/IV/2014

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